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Inizia la costruzione della nuova scuola

 
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CORRUBBIO. Demolita la struttura del 1931, al via il nuovo progetto Il periodo pasquale ha portato con sè una sorpresa per la frazione di Corrubbio: nella giornata di mercoledì 9 aprile l'edificio, che un tempo ospitava la scuola materna del paese e la casetta "dei dottori", è stato completamente demolito. "Per questa manovra - afferma Mario Simone Lonardi, assessore ai lavori pubblici del comune di San Pietro - abbiamo dovuto attendere l'inizio delle vacanze pasquali, vista la vicinanza dei due edifici demoliti alle scuole materne ed elementari del paese. Si trattava di due strutture non più funzionali alle esigenze della popolazione e senza alcun interesse storico, quindi, ottenuto il consenso all'abbattimento da parte della sovrintendenza ai beni architettonici, abbiamo potuto agire". Sulle macerie delle due vecchie strutture verrà edificata un'unica palazzina, arretrata di circa 5 metri rispetto alla strada, permettendo così di parcheggiare lungo la strada. Verrà inoltre creato un passaggio pedonale di collegamento con le scuole elementari e la scuola materna. "Al piano interrato della nuova palazzina - aggiunge Lonardi - troveranno spazio i magazzini oltre ad un locale riservato interamente alla protezione civile - grazie alla quale il Comune ha ottenuto un contributo di 100mila ero dalla Regione Veneto -. Il piano terra della palazzina sarà dedicato alla sede della farmacia comunale, ora situata in via Danubio, e ad un futuro sportello bancario. Il primo piano inoltre diventerà una sala polifunzionale per le attività delle diverse associazioni del paese: dalla scuola di musica agli scout, alla protezione civile". Il nuovo edificio, che per alcune problematiche riscontrate dell'impiantistica ha visto slittare l'inizio dei lavori di circa 6 mesi, sarà realizzato in due stralci: un primo stralcio a carico dei privati (Piruea), prevede l'investimento di circa 233.460 euro e sarà pronto tra circa tre mesi, mentre un secondo stralcio prevede una spesa di 945.000 euro (di cui 644.358 euro importo a base d'asta) a carico dell'Amministrazione comunale e finanziato per 117.000 euro della Regione Veneto per "Realizzazione di sedi e magazzini distrettuali della Protezione Civile". Un pezzo di storia del paese "Anno 1931 X E.F. costruito con il concorso di tutta la popolazione": queste le parole, che il tempo ha in parte oscurato, incise sulla prima pietra dell'ex scuola materna del paese di Corrubbio. L'abbattimento dello storico edificio non ha cancellato le storie di vita e i ricordi che all'interno di quella vecchia struttura di sono susseguiti a testimonianza di una lunga "carriera" prima come asilo poi come consultorio rimarrà per sempre quella prima pietra angolare che, alcuni dicono, avrebbe dovuto portare al suo interno una moneta da cinque lire, un aquilotto che in realtà non è stato ritrovato in seguito alla demolizione. Era il 1931 quando iniziò la costruzione della scuola materna. "Da un elenco delle opere pubbliche realizzate nel comune di San Pietro in Cariano dal 1926 al 1938 - afferma il geometra Gianni Righetti, che, accanto a Luisa Ferrari, sta raccogliendo memorie e dati storici relativi alla frazione di Corrubbio, al fine di dare a breve alla stampa un volume dedicato interamente a Corrubbio - emerge che per la costruzione di questo asilo infantile erano state investite 35.022,20 lire". "L'asilo di Corrubbio - scrive Luisa Ferrari in Piccolo paese, appunti per la storia della comunità di Negarine - era chiamato il Ciapa nò, perché molti muratori, falegnami, manovali, capomastri vi lavorarono senza essere pagati. Quante battaglie per quell'asilo e per noi quanti ricordi! Erano tempi duri, le tavole del refettorio erano fatte con lunghe assi e ogni circa 30 cm c'era un foro dove si conficcava la ciotola di alluminio, così non c'era pericolo che i bambini lo rovesciassero. Anche i bicchieri - aggiunge - erano in alluminio e le posate erano in rame, così che tutto quello che si mangiava, che di per sè era "tristo", prendeva il sapore delle stoviglie. Il pane lo portavamo da casa, perché la retta che si pagava era esigua, e direttamente sul pane ognuno scriveva il proprio nome... Ad un certo punto le suore non potevano più tenere aperto l'asilo, le entrate erano scarse e pure le suore dovevano vivere. Sembrava che si dovesse chiudere. Mio papà, con altri uomini, Mario Baciol, Gigi Stradela, Oresti, el Moschin, Zenatelli, i Fanciol e tanti altri, hanno costituito un comitato per la gestione dell'asilo e le cose cominciarono ad andare meglio. Forse in quegli anni si è cominciato a fare la sagra di San Rocco con la pesca di beneficenza il cui ricavato era devoluto alle suore. I bambini avevano il compito di arrotolare i biglietti e metterli nelle urne, grossi barattoli che prima avevano contenuto la conserva. In quel periodo, credo, si incominciò a distribuire gratuitamente il "paneto", il pane benedetto di San Rocco. Le suore erano importanti per il paese - conclude Luisa Ferrari parlando dell'asilo - ed oltre a tenere i piccoli dell'asilo ci accompagnavano alle funzioni nei pomeriggi della Domenica, a Castelrotto a piedi".

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